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“Il Valore della libertà” - di Marianna Pucci

Quell’aria fresca del mattino, il canto della natura appena svegliata e il passo del runner protagonista di uno scenario di perfetta armonia. La “scelta” di uscire, di andare a correre, di incontrare qualcuno o anche nessuno, trasportati del vento, dal fascino di un paesaggio e dal sapore della LIBERTA’. Il runner è parte integrante di un contesto che non è solo attività fisica ma subentra un concetto di spiritualità che implica un “modo d’essere”. Si stabilisce un rapporto stretto, autentico uomo-natura e l’ambiente è lo strumento necessario per poter coltivare questa grande unione. Non esiste luogo ostile ed ogni angolo di mondo si presta a tale scopo. Un amore incondizionato che non chiede nulla in cambio e che dona sempre il suo lato migliore. Non c’è distacco e non c’è dolore almeno così abbiamo creduto per anni ma la vita a volte gioca brutti scherzi e ti ritrovi a fare i conti con qualcosa che è più grande di te, che non puoi più gestire e che blocca la tua libertà. Ed è proprio quello che è accaduto a noi runner alle prese con un virus che ha stoppato le nostre scelte obbligandoci pian piano a non poter più correre. Un grande lutto per lo sport in generale: niente più gare, niente più allenamenti di gruppo, una libertà limitata ad un po' d’aria da poter prendere sotto casa con la possibilità di fare il “giro del palazzo” insultati, derisi e a volte segnalati e come si dice: “l’uccello in gabbia non canta per amor ma canta per rabbia”. Le restrizioni anche se necessarie non sono il massimo e quel focolare domestico diventa una prigione. Una primavera mancata, due lunghi mesi di attesa e di domande senza risposte, una vita spezzata divisa in “Fasi”. La prima di angoscia e la seconda di speranza che finalmente è arrivata riportando un po' di luce. Il 6 maggio al via il permesso di uscire, un giorno indimenticabile, poter andare oltre quel palazzo è stata una sensazione meravigliosa. Rivedere Fabio uno dei miei compagni runner e poter correre insieme, chiacchierare, ridere, scherzare è stato emozionante e quella solita strada percorsa per anni ci sembrava diversa e straordinariamente più bella. Quando ti restituiscono la libertà la apprezzi di più e ti viene da guardare alla vita con occhi diversi.In futuro desidereremo non rivivere mai più tale sconvolgimento e in merito a questo argomento ci tengo a riportare le parole del mio amico Alessandro Rubiu, inviatemi durante il periodo di quarantena: “se conosci e ami la tua terra, lotterai sempre per la tua terra perché non puoi distruggerla e noi atleti se siamo di una stessa squadra dovremmo essere tutti dalla stessa parte e sentirci della stessa nazionalità, senza differenze, per vincere dobbiamo essere AMICI e non nemici”
Ed oggi “Non volendo pensare a quello che mi porterà il domani, mi sento libero come un uccello” (Gandhi).