Non avevo mai visitato questa meravigliosa città prima d’ora e la mia conoscenza era rimasta ferma a qualche anno fa, esattamente al 2009. Ricordo un “album fotografico” di macerie, polvere, mani che scavavano, lacrime e dolore, edifici crollati e le immagini di 300 anime belle, vittime di un amaro destino.
Proprio in memoria di tale tragedia, il 27 ottobre L’Aquila, ha saputo organizzare in maniera esemplare, la sua prima mezza maratona, un evento sportivo inserito tra le celebrazioni del decennale del sisma che colpì duramente il suo territorio.
Un sold out inaspettato, che ha visto la partecipazione di circa 1500 atleti, intervenuti sul posto con amici e parenti. Un mare di gente che ha contribuito almeno per un giorno a dare una boccata di ossigeno ad una città che lentamente e a fatica si sta riprendendo. Lo scopo di tale iniziativa è stato proprio quello di voler sottolineare la voglia di rinascita, un progetto che attraverso lo sport ci ha reso testimoni di quello che oggi è L’Aquila. Lo “start” in Piazza Duomo è stato davvero commovente, con un minuto di raccoglimento davanti alla Chiesa delle Anime Sante divenuta simbolo ormai delle vittime del terremoto. Un lungo corteo composto e silente con il cuore in gola ha percorso la cosiddetta “zona rossa” attraverso i luoghi simbolo della ricostruzione. Un Centro Storico (per quello che abbiamo potuto visitare) tirato a lustro, con nuovi edifici, niente più macerie, niente più polvere, con i suoi bellissimi monumenti e le imponenti montagne dell’Abruzzo con il Massiccio del Gran Sasso a far da padrone insomma una città veramente bella che non immaginavo.
La Tivoli Marathon ha partecipato con ben 26 atleti e famiglie proprio per voler dare un forte contributo all’Aquila che ha la necessità di sentirsi “viva” e su questa parola mi voglio soffermare. I miei occhi hanno saputo vedere ma anche le mie orecchie hanno saputo ascoltare quel silenzio mai udito in una città. Ho notato la ricostruzione materiale ma non quella sociale. Non ho sentito lo schiamazzo, non ho visto gente affacciata alla finestra, bambini a giocare per strada, era tutto così vuoto. Perché purtroppo manca ancora la “vita vera”, quella del popolo aquilano. Ho notato quei coraggiosi commercianti che con tenacia hanno riaperto le proprie attività e che con costanza resistono a fatica in un ambiente disabitato. Molti i locali sfitti e palazzi belli ma spenti. Tanto è stato fatto ma ancora troppo c’è da fare per riavviare la macchina della vita pubblica.
Comunque noi abbiamo portato sicuramente il nostro conforto e il nostro sorriso in quella straordinaria gara che ci ha regalato, oltre alle variegate emozioni, uno straordinario paesaggio verde sul territorio della Conca Aquilana. Abbiamo attraversato i paesi colpiti dal sisma fino ad arrivare ad Onna dove gli sfollati ancora e ancora e ancora “sopravvivono” con la loro grande dignità nelle casette di legno, lì come altrove.
Noi ci torneremo all’Aquila con la speranza di vederla pian piano rifiorire perché merita di tornare a “vivere”, saremo testimoni e ambasciatori della sua grande RINASCITA. #forzalaquila