Il 2 aprile si è svolta la Maratona di Roma, evento annuale che richiama gli appassionati del running da tutto il mondo. Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, ma anche Stati Uniti, Brasile, Argentina, Cina; questi e altri i paesi di provenienza dei maratoneti, oltre 16.000, che hanno corso per 42,195 km un tragitto che attraversa il centro storico di Roma. In questo contesto internazionale la Tivoli Marathon era presente con i suoi maratoneti e con un progetto culturale straordinario, nel senso etimologico della parola: fuori dal consueto. Il progetto ArtMarathon nasce da un’idea di Gerardo Lo Russo, artista ed ex-direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma, residente a Guidonia e amante della corsa, ed è stato realizzato grazie al sostegno dell’associazione Tivoli Marathon e di Claudio Pauselli.
Se un disegno è un complesso di segni, allora le impronte lasciate dai piedi che corrono la maratona possono diventare un disegno: è così che nasce l’idea di correre la maratona di Roma sopra una tela gigante con delle scarpe che rilasciano colore. Il quadro, che misura 16 m x 16 m, per un totale di 256 m2, rappresenta Minosse mentre assegna, avvolgendo la sua coda, il girone infernale di competenza a ogni anima dannata, così come lo descrive Dante nel V canto dell’Inferno, versi 4-12:
Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l’intrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia.
Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata
vede qual loco d’inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.
La realizzazione del dipinto, vera performance artistica, si è svolta a Piazza del Popolo (Emiciclo Pincio), poco prima del 40° km della maratona. Per cinque ore l’artista ha corso con un’imbracatura collegata a dei tamponi, messi sotto le scarpe per il rifornimento dei colori; soprattutto nero, rosso, blu, arancione, giallo e bianco. Si è aiutato poi, per i dettagli, con rulli di diversa grandezza. Il progetto è stato realizzato in anteprima mondiale poiché si vorrebbe portare questa performance anche in altre città sedi di maratone, come Barcellona, Berlino, Pechino, Londra e Parigi. Il quadro ogni volta rappresenterà un personaggio o una scena ispirati dai maggiori autori letterari dei vari paesi, come Cervantes, Goethe, Lao Tze, Shakespeare e Moliere, autori che hanno trattato l’immortalità dell’anima.
Il progetto ha coinvolto molte persone tra cui il gruppo di Tivoli Marathon senza il quale sarebbe stata impossibile la realizzazione, ed in particolare Claudio Pauselli co-finanziatore del progetto, imprenditore di Guidonia, maratoneta e amante dell’arte, presente a fianco a fianco dell’artista per tutta la durata della performance, cioè per tutta la maratona, correndo e sostenendo con il suo entusiasmo l’artista; essenziale il contributo del prof. Carlo Bozzo e dei suoi allievi Andrea Pili e Floriana Cirillo che si sono occupati del piano di lavoro e del congegno per il colore e hanno risolto ogni volta i problemi che l’attuazione di un’opera stra-ordinaria di questo tipo poneva. Un sostegno morale, vero sintomo di solidarietà sportiva, è stato lo speaker dell'organizzazione della Maratona di Roma a Piazza del Popolo, il quale si è interessato al progetto e più volte mandava saluti e incoraggiamenti agli “amici di Guidonia” e “di Tivoli Marathon” per l’originalità del progetto artistico-sportivo.
La realizzazione del quadro a Roma ha dovuto fronteggiare però diverse difficoltà, prime fra tutte la pioggia abbondante che spariva e si ripresentava a intermittenza. Gerardo ha così dovuto ricominciare da capo con la distribuzione del colore per tre volte. Tuttavia la maggior parte degli spettatori, nei vari commenti, era concorde nel vedere la pioggia come una partecipazione straordinaria della Natura, alla realizzazione del quadro, rendendo il tutto più acquarellato. Un momento particolare è stato quando il volto diabolico di Minosse si è letteralmente sciolto per la pioggia, trasformandosi così in un viso di Cristo: metamorfosi che ha provocato la meraviglia di chi era presente.
Lo scopo dell’artista e di Tivoli Marathon, è stato quello di intrattenere, ma anche rendere partecipi le persone attraverso il parallelo tra l’attività sportiva e quella artistica. Gli atleti che correvano e passavano davanti alla tela erano invitati a lasciare le proprie tracce con le scarpe, o con le ruote delle handbike per gli atleti disabili. Ogni maratoneta in fondo non stava facendo altro che quello che stava facendo l’artista, con la sola differenza che quaesto lo stava raccontando attraverso l’organizzazione, la consapevolezza, dei segni del processo creativo, inteso sia in senso artistico che sportivo. -Anche la maratona come l’arte sperimenta il limite fisico dell’uomo per proiettarlo in dimensioni ultra sensibili- spiega l’artista presentando il progetto, -Correre per il piacere di spingersi oltre i propri limiti è come creare un romanzo, un quadro, uno spettacolo, poiché Arte è Creare Nuova Vita nella Bellezza-.